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Viviamo tempi in cui gli allarmi per il riscaldamento globale sono talmente frequenti che non si contano più. Lo scorso anno è stato il più rovente di sempre e il decennio appena concluso il più caldo mai registrato.
La decima edizione di World Green Building Week, dal 21 al 26 settembre, punterà i riflettori proprio sul cambiamento climatico. #Action e #ActOnClimate gli hashtag ufficiali, per quella che sarà una settimana di chiara esortazione all’azione per fronteggiare l’emergenza del riscaldamento globale.

Immagine scattata durante gli incendi in Australia, durati 240 giorni consecutivi. Si stima la perdita di 12,6 milioni di ettari di terreni boschivi e oltre un miliardo di animali
#ActOnClimate, da dove iniziare?
Si è affrontato ampiamente durante la scorsa edizione WGBW, ma i progressi non sono stati all’altezza dell’impellenza del problema: il settore delle costruzioni, il più grande in termini economici, continua ad essere anche il più gravoso in termini di risorse e impatto sull’ambiente.
Il “fabbisogno” degli edifici nel mondo continua ad essere elevatissimo, con un consumo del 40% dell’energia primaria complessiva, 40% delle materie prime e 13% dell’acqua potabile. Il 39% delle emissioni di CO2 globali inoltre, provengono proprio da questo settore.
Gli edifici, quindi, come principale dispendio di risorse e fonte di avvelenamento atmosferico e la loro decarbonizzazione fondamentale nella risoluzione della crisi climatica.

A Milano lo smog è “fatto in casa”, caldaie e pellet inquinano più del traffico
#Action, agire conviene a tutti
La necessità di un ambiente biocompatibile è stata riconosciuta da tutte le organizzazioni mondiali. La visione di “alternativa” su cui riflettere, mentre si avanza sulla scia dell’indifferenza, non è più contemplabile.
Solo dieci anni fa, gli scienziati dell’IPCC hanno definito una serie di tipping point per il riscaldamento globale, ovvero punti di non ritorno oltre i quali si sarebbero innescati profondi e irreversibili cambiamenti con effetti a cascata su tutto l’ecosistema terrestre. Ad oggi, sono già stati raggiunti nove.
Urge una risposta concreta e globale, per mettere in atto una transizione accelerata verso una nuova economia climatica, in grado di creare e supportare un ambiente resiliente, sostenibile e salubre.

Castello di Doragno, progetto di recupero e riqualifica energetica. Oltre a non inquinare, l’edificio produce l’energia necessaria coprire i suoi consumi
Clima, da emergenza a opportunità
Ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, secondo gli studi, rappresenta sì una sfida, ma dalle straordinarie potenzialità di crescita e sviluppo.
La gestione efficace del problema infatti, avrebbe un enorme impatto sull’economia, con benefici concreti calcolati dalla Global Commission on the New Climate Economy e pubblicati in uno studio intitolato “Unlocking the Inclusive Growth Story of the 21st Century”.

I benefici dell’Economia a basse emissioni di carbonio
Il Rapporto individua 5 aree d’azione chiave sulle quali è necessario agire: energia, città, cibo e utilizzo del suolo, acqua e industria. Un’azione più incisiva per il clima in questi sistemi potrebbe portare alla creazione di 65 milioni di nuovi posti di lavoro e un indotto economico di 26 trilioni di dollari.
Una politica efficace contro il cambiamento climatico, inoltre, migliorerebbe notevolmente anche la salute delle persone, riducendo drasticamente il numero di vittime premature (oggi oltre 700.000) per inquinamento atmosferico.
In conclusione, le opportunità sono tali solo se vengono accolte. Sapere che il cambiamento climatico è antropico, cioè di origine umana, ci rende tutti artefici del prossimo futuro. Le nostre idee e scelte, oggi più che mai, sono importanti.
L’organizzazione World Green Building Council, di cui Nesite è socia, invita tutti a partecipare all’iniziativa condividendo un messaggio o una foto a cui associare #ActOnClimate, oppure rivolgendosi alle istituzioni con una lettera. Tutte le indicazioni per dare il proprio contributo sono contenute in questa guida.