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Home / News / Uncategorized / Strategie di economia circolare applicate alle pavimentazioni sopraelevate

La crescente pressione normativa e ambientale impone al settore delle costruzioni una transizione verso modelli produttivi più sostenibili. Le recenti direttive europee, tra cui il Green Deal e il Regolamento (UE) 2024/1781 sull’Ecodesign, promuovono l’adozione dell’economia circolare quale strumento chiave per migliorare le prestazioni ambientali e ridurre il consumo di risorse.

In tale contesto abbiamo avviato il programma “Remanufacturing”, attraverso un dottorato di ricerca in collaborazione con il Politecnico di Milano, con l’obiettivo di investigare il potenziale delle strategie di economia circolare applicate al riuso delle pavimentazioni sopraelevate.

COntesto normativo e tecnico

Secondo i dati europei, il comparto delle costruzioni è responsabile del 35% dei rifiuti generati e del 50% dell’estrazione di materie prime. Le norme della serie ISO 59000, in particolare la ISO 59010:2024, delineano le azioni prioritarie per implementare l’economia circolare, tra cui riuso, manutenzione, riparazione e rimanifattura.

Tali strategie risultano particolarmente applicabili ai sistemi costruttivi a secco, tra cui le pavimentazioni sopraelevate, che presentano una buona durabilità residua anche dopo il primo ciclo d’uso. Tuttavia, sono frequentemente sostituiti a causa di esigenze di riconfigurazione degli spazi, rendendo necessaria una gestione più efficiente del fine vita.

il programma remanufacturing

Il programma Remanufacturing si articola su quattro fasi operative:

  • Identificazione
  • Recupero
  • Rimanifattura
  • Reimmissione sul mercato

Caso studio: Ediltecno Restauri (Opera, MI)

Il caso analizzato riguarda un intervento di strip-out presso un edificio terziario, in cui sono stati identificati pannelli sopraelevati in solfato di calcio (34 mm) con finitura in marmo ricomposto. Le operazioni hanno escluso i pannelli non completamente recuperabili (pannelli tagliati sui perimetri) e una porzione destinata al riuso diretto.

Le attività di rilavorazione hanno previsto la rimozione completa della bordatura perimetrale esistente, sostituita con un nuovo bordo in ABS, ed una nuova squadratura dei lati per garantire una migliore precisione dimensionale del pannello, senza separazione tra rivestimento e anima strutturale, risultata non tecnicamente fattibile. I pannelli sono stati sottoposti a test statici per la verifica fisico-meccanica per garantire le caratteristiche tecniche originarie.

Valutazione tecnica e benefici operativi

Il confronto tra lo scenario circolare e il modello convenzionale evidenzia vantaggi misurabili:

  • Riduzione dei costi di smaltimento per il committente
  • Minore utilizzo di materie prime vergini
  • Riduzione degli impatti ambientali associati alla produzione
  • Mantenimento delle prestazioni funzionali del prodotto edilizio

Inoltre, la tracciabilità dei materiali e l’utilizzo di sistemi informativi per il monitoraggio delle operazioni di rimanifattura rappresentano elementi chiave per l’integrazione efficace dei cicli di riuso nella supply chain edilizia.

Criticità e prospettive di sviluppo

L’adozione su scala industriale di modelli di rimanifattura richiede:

  • Standardizzazione dei processi di recupero e rilavorazione
  • Definizione di indicatori tecnico-economici e ambientali per la valutazione comparativa
  • Collaborazione tra produttori, clienti, operatori logistici e progettisti
  • Integrazione tra competenze tecniche e modelli organizzativi innovativi

La scalabilità del modello dipende dalla capacità di strutturare sistemi integrati di filiera, in grado di gestire il ciclo di vita del prodotto dalla progettazione alla seconda vita, con approcci orientati alla durabilità, modularità e smontabilità.

Conclusioni

Il modello circolare rappresenta un’applicazione concreta e replicabile di strategie di economia circolare nel settore edilizio. La rimanifattura delle pavimentazioni sopraelevate consente di coniugare benefici economici, ambientali e funzionali, in linea con le normative europee e con le attese del mercato.

Tuttavia, affinché tali pratiche diventino sistemiche, è necessario un cambiamento strutturale che coinvolga l’intero ecosistema dell’edilizia, dalla produzione alla gestione del patrimonio costruito, promuovendo soluzioni tecnicamente affidabili, tracciabili e normativamente riconosciute.

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